Tra Natura e Paesaggi

la Casa nel Verde

Viaggiare, sognare, innamorarsi, tre inviti per la stessa cosa. Tre modi per andare in luoghi che non sempre riusciamo a capire.

Angeles Mastretta

Itinerario Storico - Archeologico

Il rinvenimento di utensili, lance, spade testimoniano la presenza di vita già nel XIII-VI a.C. Nel periodo tra il VI e I a.C. è accertata la presenza dei Sanniti. I primi scontri con i Romani iniziarono nel 343 a.C. Il dominio romano si consolidò nel 293 a.C. e durò fino alla caduta di Roma.

La testimonianza più rilevante del periodo romano è certamente Larino, che divenne un importante municipium romano già nel I sec a.C. A testimonianza del periodo florido vissuto al tempo dei Romani è possibile ammirare diversi ritrovamenti: dall’Anfiteatro alle Terme Romane, alle pavimentazioni musive databili dal III sec. a.C. al III sec. d.C., olte a ville, iscrizioni murarie, epigrafi.

1. Anfiteatro Romano

Si parte dalla visita del sito costituito dall’Anfiteatro Romano, in via Dante. La visita prosegue poi presso l’area del giardino di Villa Zappone, che presenta porzioni di vasche termali e pavimentazioni musive. A seguire, in via Tito Livio, ci si recherà a visitare il mosaico cd. dei Delfini.

2. Mosaico del Kantharos e dell’Emblema

Sempre sul Piano San Leonardo, alle spalle del Tribunale Civile, ci si reca presso una serie di strutture romane caratterizzate da due mosaici bicromi: mosaico del Kantharos e quello dell’Emblema. Nei pressi dell’attuale campo sportivo è stata localizzata un’area che ospitava, con buona approssimazione, il Foro Romano, oggi oggetto di scavo archeologico. Qui sono conservati due splendidi mosaici, all’interno di una villa rustica ellenistica. Uno, in particolare, quello cd. del Polipo, è di pregevole fattura.

3. Museo Civico

L’itinerario prosegue con la visita, nel Borgo Medievale, del Museo Civico, che ospita, tra l’altro, tre splendidi mosaici: il mosaico della Lupa, quello del Leone e quello degli Uccelli. Sono inoltre conservati ulteriori reperti della vita quotidiana, epigrafi, maschere decorative ed anfore.

4. Borgo

La visita si conclude con una suggestiva passeggiata lungo le vie del Borgo, per la visione ed il commento delle tante iscrizioni ed epigrafi murate lungo le pareti degli edifici che si affacciano sulle strade principali, dopo esser state prelevate dai luoghi di ritrovamento.

Questo itinerario può esser svolto in ogni momento dell’anno, ma sicuramente la primavera e l’estate sono i periodi migliori per poter godere di queste bellezze.

Itinerario delle Fonti e Fontane

Negli ultimi anni l’acqua è stata spesso al centro di numerosi dibattiti. Nel passato le fontane erano le uniche strutture in grado di garantire il rifornimento idrico ai cittadini. Molte fontane non hanno un aspetto esteriore di particolare interesse artistico, ma ciò che le rende indispensabili è proprio la loro funzione. Spesso sono costruite in campagna, sono fatte di pietra e vicine alle sorgenti. La loro struttura è legata alla funzionalità della fontana stessa. Nel Basso Molise è facile incontrare fontane, fontanelle in ferro e/o ghisa, mentre nelle campagne sono diffusi diversi abbeveratoi per gli animali.

Di seguito sono riportare alcune fontane di notevole rilievo sia estetico che funzionale.

  • Nel Borgo Medievale, alle spalle del Palazzo Ducale, sito in p.zza Duomo, si può vedere la Fontana Nuova. Nella parte più a valle dello stesso Borgo, è situata la “Font Ebball”. Tale Fonte ricorda una delle due porte di accesso all’antico Borgo, Porta di Basso.
  • Al di fuori del Borgo, dirigendosi verso il Piano San Leonardo, in via San Rocco, è visibile la Fonte di San Pardo.
  • Abbinata a tale percorso è la visita alle Terme Romane, situate all’interno del parco Archeologico Anfiteatro Romano – Villa Zappone.

Il periodo ideale per questa visita è il mese di Maggio. In particolare, il giorno 24 presso la Fonte di San Pardo si celebra la benedizione dei buoi e delle mucche, protagoniste della festa patronale in onore di San Pardo che ha luogo nei successivi giorni del 25, 26 e 27 Maggio.

Il 26 aprile 2015 è stato inaugurato il ”Percorso delle Tre Fontane” in via S. Rocco. Un percorso naturalistico, immerso nel polmone verde del Vallone della Terra, dove è possibile praticare dello sport per la presenza di un campetto di calcio, passeggiare in totale tranquillità, sostare nelle aree all’uopo attrezzate come punti di ristoro. Inoltre si può osservare l’Antica Fontana di S. Francesco rinvenuta di recente durante i lavori.

Itinerario Religioso

Un itinerario interessante, per i suoi risvolti artistici, è senza dubbio quello tra le diverse chiese di Larino.
Questo percorso porta alla conoscenza dei più importanti luoghi di culto della zona.

Le chiese rappresentano senza dubbio una preziosa testimonianza della fede religiosa, radicata da tempi immemorabili nelle nostre terre, ma al tempo stesso sono degli importanti esempi di architettura custodi di opere d’arte di rara bellezza. Questi sono quindi itinerari che uniscono fede e cultura, arte e religione in una cornice paesaggistica di suggestiva bellezza.

Anticamente nel Borgo Medievale se ne potevano trovare molte rispetto a quelle ancora esistenti. Tuttavia, molte di tali chiese sono ormai scomparse, distrutte o inglobate in edifici pubblici e/o privati.

L’itinerario parte dalla Basilica Cattedrale di San Pardo. Segue una visita presso la chiesa di Santa Maria della Pietà. Di seguito si potranno ammirare le facciate delle chiese di San Francesco e Santo Stefano, oggi chiuse a causa del terremoto del 2002. Lasciando il Borgo Medievale, si sale nel Piano San Leonardo alla volta delle chiese della Beata Vergine Maria delle Grazie e la chiesa dei Santi Martiri Larinesi. Ultima tappa il Convento con l’annessa Oasi Francescana.

Questo itinerario può svolgersi in qualunque periodo dell’anno, ma sicuramente la primavera e l’estate sono i periodi migliori per poter godere di queste bellezze.

Itinerario Eno - Gastronomico

La gastronomia tipica molisana si differenzia in base alla conformazione del suo territorio. Mentre nelle zone più interne della regione, caratterizzate da una vasta area montuosa, dominano pietanze a base di carne di maiale, salami, salsicce paesane e soppressate – preparate secondo le antiche tradizioni gastronomiche – nel piccolo tratto di fascia costiera prevale, invece, una cucina più tipicamente marinara con piatti a base di zuppe, risotti e minestre.

Tale percorso punta a valorizzare non solo la storia e la cultura di Larino, ma anche i suoi sapori ed i suoi profumi. Attraverso questo tour si cerca di valorizzare o promuovere al meglio gli antichi sapori della cucina larinese. I piatti tipici locali sono per lo più legati alle tradizioni folkloristiche di Larino.

I punti di forza della cucina larinese sono il vino e l’olio.

Per i turisti amanti dell’uno o dell’altro, si fa presente che è possibile abbinare al giro turistico della città una visita in cantine o enoteche, presso le quali sarà possibile scoprire le fasi di produzione del vino e le relative tecniche di assaggio, nonché una visita presso le maggiori cooperative olearie per conoscere ed assistere alle diverse fasi di produzione di olio.

Per quanto riguarda i piatti tipici della zona di Larino, di particolare interesse sono i tradizionale spaghetti con la mollica, da mangiare con le mani. Si tratta di una portata tipica, da degustare il 19 marzo, giornata in onore di San Giuseppe. Il piatto viene realizzato secondo antiche ricette, utilizzando 13 diverse pietanze ed aromi. A conclusione del pasto vengono servite le zeppole di San Giuseppe, composte da pasta bignè fritta o al forno, guarnita con crema pasticcera e amarene.

Piatti tipici della cucina larinese, che è possibile degustare presso i vari esercizi di ristorazione del posto, abbinati agli itinerari culturali e naturalistici, sono costituiti dalla pasta di casa, che può essere condita con sugo e salsiccia fresca, dai cd. cavatièlle ncatenàte, realizzati usando uova e pancetta, dall’acqua sale, piatto povero tipico dei contadini, che consiste nel bagnare il pane di alcuni giorni e condirlo con pomodori, origano, sale ed olio, dalle taccozze al pomodoro, realizzate usando salsa fatta in casa, dai cd. tajiariell e fagioli, tipica pasta molisana, infine, dal pan cotto con i broccoli, anche quest’ultimo piatto povero della tradizione contadina. Accanto ai primi piatti, ci sono gli insaccati: soppressata; salsiccia dolce e piccante. Tra i dolci, oltre alle zeppole di San Giuseppe, le rose catarre, i caragnoli (entrambi dolci guarniti con il miele) e “calcioni”, con un ripieno di ceci passati misti a cioccolato.

Partenza prevista da via Dante, visita guidata all’interno del Parco Archeologico Anfiteatro Romano – Villa Zappone, resti romani sul Piano S. Leonardo e visita al Convento dei Cappuccini. A conclusione della visita ci si recherà presso una struttura del posto, per una deliziosa degustazione della cucina tipica.

A seguire, nel pomeriggio, la visita prosegue per le strade del Borgo Medievale, con visita al Palazzo Ducale, ai Mosaici, alla Cattedrale di San Pardo ed alle altre chiede del Borgo. Passeggiata per le vie alla scoperta delle epigrafi.

Cena in un ristorante che serve prodotti della cucina locale.

Itinerario delle Carresi

Il Molise è una terra molto legata alle sue tradizioni, ai suoi costumi, ai suoi riti, che costituiscono un punto di forza, un’opportunità, in grado di dare l’idea di una Regione unita, ricca di qualità e di tipicità.
Ogni anno in Basso Molise, durante i mesi primaverili, hanno luogo antiche e spettacolari manifestazioni, tra religione, storia e tradizione, chiamate Carresi.

Queste rievocazioni accomunano alcuni paesi del Basso Molise, caratterizzati da differenti etnie, origini e tradizioni, ma che in passato appartenevano tutti alla Diocesi di Larino: San Martino in Pensilis, Ururi, Larino e Portocannone.

Le Carresi nascono dalla devozione di ciascuna comunità locale verso il proprio Santo Patrono. A San Martino in Pensilis si celebra il rinvenimento del corpo di San Leo (30 Aprile), ad Ururi la venerazione di un pezzo del “Legno della Croce” (3 Maggio), a Larino si celebra la traslazione delle reliquie di San Pardo (25-27 Maggio), ed a Portocannone l’arrivo dell’icona della Madonna di Costantinopoli (lunedì dopo le Pentecoste).

Le più antiche Carresi risultano essere quelle di San Martino in Pensilis e di Larino, mentre quelle degli altri paesi si ipotizza siano nate come imitazione di quelle più antiche ed introdotte in tempi successivi al 1879.

In tutti i comuni sopra citati, fatta eccezione per Larino, la Carrese consiste in una corsa di buoi, trainanti un carro circondato da cavalli che si sfidano per portare le reliquie del Santo Patrono in processione sul proprio carro. I carri che gareggiano per contendersi la vittoria sono tre, ad aggiudicarsela è il carro che per primo taglia il traguardo.

Per quanto riguarda Larino, la Carrese si svolge secondo un rituale ben preciso nell’arco di tre giorni, dal 25 al 27 Maggio. La festa è un omaggio alla traslazione del corpo del Santo Patrono S. Pardo, trasportato dalla Daunia su un carro agricolo in legno decorato con fiori e trainato da una coppia di mucche o buoi. Il primo giorno, il 25, la coloratissima processione, composta di circa 120 carri, parte dal Centro Storico per raggiungere il Piano San Leonardo, dove giungerà presso il Cimitero comunale per prelevare la statua di San Primiano, in segno di invito alla festa. Nella notte ha luogo una suggestiva fiaccolata notturna che accompagna i carri nuovamente nel Centro Storico. Il 26 i carri sfilano tra i vicoli e le stradine del Centro Storico.

Al termine della sfilata dei carri, si assiste alla processione dei 13 Santi portati a spalla dagli uomini del paese. L’ultimo giorno, il 27, i carri tornano sul Piano San Leonardo per riposizionare la statua di San Primiano al Cimitero. Prima di tornare nel Centro Storico, si svolge una divertente e colorita scampagnata, e quindi la processione riparte per concludersi con in Cattedrale.

Per questo itinerario sarebbe l’ideale riuscire a prender parte almeno a due delle Carresi su citate, per poter poi capire quanto importante possano essere queste tradizioni per la popolazione locale, una popolazione fortemente radicata alle proprie origini, alle proprie tradizioni ed alla propria storia.